20 anni fa sono diventata vegetariana.
5 anni fa, vegana.
2 anni fa, toscana.
1 anno fa nacque il Progetto Agripunk.
Il 2015 che va ad iniziare, è un anno di "traguardi" se così si possono dire....
Traguardi in divenire visto che il fine ultimo, quindi il vero traguardo, è uno e uno solo e purtroppo ancora troppo lontano: la liberazione e la fine dello sfruttamento animale e non.
Comunque, 2 anni fa mi sono trasferita qui ad Ambra definitivamente.
La prima volta che ho varcato questo cancello l'aprile precedente, con quella V verde che non sapevo se sembrava più una presa di culo o un presagio, promisi che almeno uno di loro vittime e schiavi del consumo di carne lo avrei salvato.
Ora appunto l'allevamento è chiuso e una tacchina meravigliosa sta passando il suo primo inverno.
Un anno fa, prima di Natale vennero a svuotare i capannoni per riempire gli scaffali dei supermercati in previsione di luculliani pasti festivi.
A gennaio i capannoni si riempivano di nuovo.
Giorgina e la povera Lisetta arrivarono allora.
Dopo 3 mesi circa di nuovo furono svuotati.
Altri 30.000 tacchini che finivano al patibolo.... anzi 30.000 meno 2.
2 di loro rimasero con noi: 5 mesi dopo Lisetta ci lasciò, Giorgina invece è, appunto, al suo primo inverno.
Ho mantenuto la mia promessa.
Quando a fine maggio l'allevamento ha chiuso grazie a noi, ho fatto un'altra promessa: mai e poi mai in questo posto torneranno ad essere reclusi animali sfruttati per il solito ego-antropocentrismo.
Il progetto Agripunk nasce per questo, per far si che questo allevamento non riapra mai più e mai più svolga la sua funzione di lager.
Nessuno di tutti coloro che avevamo interpellato, chiesto consigli o aiuto, ha mosso un solo dito per far chiudere questo posto.
Noi, giorno e notte a vegliare, scrutare, fotografare, rischiare rendendo poi pubblico in piazza quello che la gente nemmeno sospettava.
Non l'abbiamo fatto tramite i grandi schermi, l'abbiamo fatto di persona con le persone.
Le persone si sa, parlano. Ed ascoltano.
Ad un certo punto ascoltano le persone giuste.
A Massimo avevamo chiesto aiuto per farlo chiudere, è stato l'unico ad ascoltarci ed a provare ad aiutarci quando l'allevamento chiudeva e si poteva realizzare il sogno di una vita: trasformare un allevamento in rifugio per animali.
Ma non basta...
Agripunk non è un semplice rifugio, è casa nostra.
Qui io e David (che ci abitava da molto prima di me) ci siamo presi l'impegno di mantenere questa promessa, di realizzare questo sogno.
Ogni giorno serviamo e riveriamo i nostri inquilini ossia le belve, puliamo un pezzetto di bosco, tagliamo un rovo gigante, prepariamo un posticino dove coltivare, sistemiamo una possibile casetta per futuri nuovi arrivi, scacciamo i cacciatori per mettere al sicuro daini e caprioli.
Siamo sempre qui, giorno e notte.
Non esistono feste.
Non so nemmeno da quanto non andiamo ad un concerto o a mangiare una pizza fuori.
Le manifestazioni me le concedo proprio tipo una all'anno.
Dobbiamo andare via? Alternati, uno a casa ci deve sempre essere.
Non abbiamo nemmeno più il tempo per organizzare eventi in giro o per andare a fare il banchino o a parlare ad una cena benefit per noi.
Ogni tanto qualcuno di voi viene a trovarci per darci una mano.
Spyros ad esempio viene spesso perchè a progetto realizzato si trasferirebbe qui e sta diventando il nostro PR e portavoce, visto che noi di pubbliche relazioni riusciamo ad averne poche.
Tanti gli chiedono (o credono) se abita già qui, ma purtroppo fino a quando non si è riscattato il posto non possiamo far venire ad abitare qui nessuno e finchè non viene ad abitare qualcuno, dopo quei giorni che siete stati qui, siamo di nuovo noi 2 soli a fare tutto.
In tutto questo dobbiamo anche riuscire a tirare a campare noi.
E quindi David ripara computer e io cerco, prima che l'Inps (che è il nostro massimo sostenitore mensile grazie al sussidio di mobilità) mi molli, di riuscire a fare un giro di autoproduzioni per i veg della zona.
Che evidentemente però preferiscono fare 200 km per andare a mangiare un panino ad una festa piuttosto che prendere del cibo fatto in casa il quale ricavato va comunque a mantenere il rifugio... anzi a dire il vero, forse, che ci sia un rifugio vicino al loro paese nemmeno molto gli importa.
Ma va bene uguale, non mi sto lamentando e nemmeno voglio farlo.
Io una parte del mio sogno l'ho realizzata... come ho scritto sopra, una promessa l'ho mantenuta.
Solo che vorrei tanto riuscire a mantenere anche l'altra promessa.
La nostra potrebbe essere una delle più grandi vittorie dell'antispecismo tanto quanto una delle più grandi sconfitte.
Sembra tutto bello quello che stiamo facendo e lo è, ma non siamo ancora al sicuro... tutto potrebbe franare inesorabilmente.
Il riscatto del posto va a rilento e ci fanno pressioni per riaffittare l'allevamento ad allevatori.
Ora, se è vero che in Italia c'è quasi un migliaio di veg io mi chiedo... lo vogliamo far rimanere chiuso questo posto orribile o volete che un giorno si ricominci di nuovo con il meccanismo di morte?
Abbiamo bisogno di tutti voi, questo deve essere anche il vostro rifugio!
Aiutateci organizzando benefit, se avete un'associazione con la quale fate banchini in giro potete chiederci del materiale nostro da distribuire, contribuite tramite BuonaCausa al riscatto dell'allevamento ( http://www.buonacausa.org/cause/sostieni-agripunk ) visto che, in fondo, noi accogliamo gli animali che (anche) voi riuscite a salvare.
Qui c'è tanto da lavorare... le possibilità di questo posto sono infinite.
Non possiamo arrenderci e non lo vogliamo fare.