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Non è una rete, ma una setta by Woke Vegana

Dieci segni che indicano che il tuo gruppo animalista è in realtà una setta.
Non è una rete, ma una setta.

Autrice: Woke Vegana
( https://wokevegana.com/blog/ traduzione BadBitch)
Attenzione: contenuti espliciti di violenza sessuale e abusi.

Pensiamo alle sette come a qualcosa di strettamente attinente alla religione e alla devozione, a qualcosa di sinistro ma le sette non sono sempre legate a culti religiosi; a volte hanno origine da attivisti dediti a fare del mondo un posto migliore.
È in parte per questo motivo che a me ci sono voluti anni prima di rendermi conto della realtà ovvero che facevo parte di una setta! Scrivo queste righe in qualità di attivista per la liberazione animale e di persona che si è trovata pesantemente coinvolta in una setta animalista nel periodo che va dall’aprile 2014 all’ottobre 2017. Scriverne ancora oggi mi causa non poche preoccupazioni, a causa delle ripercussioni che il mio allontanamento mi ha causato, inclusa una battaglia legale ancora in corso con un membro di tale setta animalista, e le relative spese che sto ancora sostenendo.
Ciononostante, sono fermamente convinta che parlarne sia necessario, al fine di evitare che altre persone siano manipolate e ferite come lo sono stata io.
Se ripenso alla mia esperienza, posso ora chiaramente riconoscere molti punti in comune tra una setta religiosa e una setta animalista, punti che si possono riassumere in questo decalogo:



1 - il culto del leader

Nel gruppo per la liberazione animale nel quale ero coinvolta esisteva un vero e proprio culto del capo.
In un’occasione, durante una disputa con lui, qualcuno arrivò a definirlo un angelo. In un’altra occasione, durante una teleconferenza organizzata per discutere le criticità del gruppo, passammo la prima ora ad ascoltare interventi atti a difendere il suo operato ed assicurare ad esso piena obbedienza e fedeltà.
Tale culto nei suoi confronti rendeva impossibile la sua responsabilizzazione per qualsiasi eventuale errore o atteggiamento ostile nei confronti di altri membri del gruppo.
Se il tuo gruppo ha un capo, sia per elezione o nomina, o per passiva accettazione degli altri membri, ed esso è posto al di sopra di qualsiasi critica ed è considerato dagli altri quasi fosse un messia, allora sei in presenza di un primo segnale di allarme sulla natura del gruppo stesso.

2 - Penalizzazione del dissenso

Se nel tuo gruppo il dissenso non è ammesso, allora sei di fronte ad un bel problema!
Durante gli anni passati nel mio gruppo, il leader ha sempre sottolineato come fosse importate ascoltare ogni voce di dissenso, di critica costruttiva, e di disaccordo.
Immagina quindi la mia sorpresa quando io un’altra quarantina di membri siamo stati puniti con l’allontanamento coatto per aver creato una petizione atta a richiedere dei cambiamenti strutturali sentiti come necessari dalla base degli attivisti per migliorare il funzionamento del gruppo stesso.
Qualsiasi gruppo fondato sul pensiero unico (ove chiunque sia considerato avere delle idee diverse viene penalizzato, ostracizzato e cacciato) altro non è che una setta.
Se nel tuo gruppo ti trovi ad avere problemi per aver voluto, in tutta buona fede, porre dubbi e domande con lo scopo di migliorarne l’organizzazione o la strategia, allora sei finito in una setta e faresti bene ad andartene.

3 - Vivere insieme

I membri del gruppo di cui facevo parte venivano incoraggiati a trasferirsi presso la nostra sede centrale, trasferendosi a San Francisco, California da qualsiasi parte del mondo. Vivere insieme avrebbe dovuto renderci ancora più uniti, ma in realtà è servito solo a permettere al capo ad avere ancora più controllo su ciascuno di noi.
È esattamente quel che portò al Massacro di Jonestown, quando 1000 persone si trasferirono in Sud America, nella Guyana, per poi commettere suicidio collettivo, dietro ordine del loro leader.
Se ti trovi a vivere, mangiare e dormire sotto la costante supervisione del leader del tuo gruppo, è più che probabile che presto le cose vadano di male in peggio. Se nel gruppo animalista di cui fai parte ti viene chiesto di dimostrare la tua dedizione alla causa trasferendoti armi e bagagli presso il vostro quartier generale, faresti bene a riconsiderare la cosa prima che sia troppo tardi.

4 - Isolamento

Potresti iniziare a renderti conto che ti stai isolando dalla tua famiglia e dai tuoi amici.
Più venivo coinvolta nella mia setta, più mi allontanavo dalla mia famiglia. Non partecipavo alle feste e ai compleanni. Venivamo subconsciamente incoraggiati ad isolarci sempre più attraverso l’impegno a non mangiare con i nostri amici e familiari qualora essi si nutrissero di cibo di derivazione animale. Tale impegno avrebbe dovuto avere il fine di portarli a conservare con più serietà la questione animale, ma in realtà l’unico risultato era quello di allontanarci da loro e renderci sempre più coinvolti nel gruppo stesso.
Se il gruppo animalista di cui fai parte ti spinge a prendere le distanze dalle persone che ami, invece di aiutarti a rafforzare i tuoi legami con loro in maniera più significativa, beh, questo è un altro pessimo segno.

5 - Nessuna vita al di fuori della setta

Tutto o la maggior parte del nostro tempo veniva impiegato a lavorare per la setta. Man mano mi sono trovata a non avere una vita al di fuori di essa. I sogni che avevo di viaggiare e finire i miei studi divennero secondari rispetto agli obiettivi del gruppo. Quel paio di volte in cui mi convinsi a fare qualcosa di diverso, al di fuori del gruppo, mi sono trovata a dovermi fronteggiare con il senso di colpa del considerarmi un’egoista per non dedicarmi agli obiettivi del gruppo stesso.
Tutto questo mi faceva pensare a una setta religiosa, i cui adepti dedicano tutto il loro tempo alla setta stessa e null’altro.

6 - Stupro e molestie sessuali

Purtroppo le molestie sessuali sono un fatto comune, sia all’interno delle sette che dei gruppi animalisti. Ad esse si accompagna tutta una serie di atteggiamenti volti a coprire o sottovalutare tali episodi, così da una parte i responsabili sono intoccati, e dall’altra sulle vittime si riversa la riprovazione generale, non vengono credute, con il risultato di uscirne ulteriormente traumatizzate. Questo costringe le vittime, in maggior parte donne, a lasciare il gruppo o continuare a convivere con il proprio trauma, lavorando fianco a fianco con il proprio aguzzino. Negli anni nel mio gruppo si sono verificati vari casi di molestie sessuali e stupri, ed un solo caso è stato reso pubblico. Tutti gli altri sono stati celati.
Il caso peggiore a cui ho assistito è stato quello in cui una vittima di stupro è stata addirittura denunciata dal suo stupratore!
Se fai parte di un gruppo in cui le molestie vengono coperte, sottovalutate, ignorate, allora fai meglio ad andartene prima che tocchi anche a te!

7 - Reclutamento

La setta insegna a considerare ogni cosa in termini di obiettivi della setta stessa (vedi punto 5).
Diventi ossessionato dall’idea di dover convincere le persone a partecipare agli eventi organizzati dal tuo gruppo. Molti membri del mio gruppo avevano più profili sui social network, con il fine di reclutare quante più persone possibili. Un membro era addirittura arrivato ad andare ad appuntamenti amorosi solo con questo scopo. Se questo ti suona familiare, allora probabilmente hai sentito parlare della tattica dei Bambini di Dio detta “pesca sessuale”, laddove le donne coinvolte definivano esse stesse “prostitute di Cristo”. Mentre, se visto dall’interno, questo modo di fare appare ammirevole per la dedizione mostrata verso i propri ideali, in realtà esso è semplicemente disonesto e sbagliato. Sei portato a considerare le persone non in quanto tali, ma solo come potenziali membri della tua setta.

8 - Censura

Una setta controlla ogni minimo aspetto della vita dei propri adepti, incluso ciò che essi possono o non possono dire. I capi vogliono dirigere la tua vita così come essi dirigono la setta. Ricordo telefonate di membri del mio gruppo in cui mi veniva detto di non scrivere determinate cose online, e ci veniva anche chiesto di censurare i profili social degli altri membri del gruppo. Dato che in una setta ciascun adepto è visto come ambasciatore del proprio gruppo, viene scoraggiata qualsiasi espressione di individualità e di libertà di parola, qualsiasi idea che non sia stata preventivamente approvata dal leader.
Se questo ti ricorda qualcosa che ti sta accadendo, allora vattene prima che ti facciano del male!

9 - Comunità

Coloro che sono vegani da poco generalmente si sentono soli e cercano comunità e amici che condividono il loro rispetto per gli animali. La mia setta sapeva di poter far presa su questo per irretire nuovi adepti. Venivano presi di mira i neo vegani in cerca di amici e senso dì appartenenza, comprese persone provenienti da situazioni familiari difficili, attraverso vere e proprie campagne di marketing tese a rappresentare il gruppo come un luogo sicuro di appartenenza. Una volta entrato a farne parte, cominciavi a credere fermamente di essere destinato a cambiare il mondo! Si faceva leva su disgregazioni familiari ed emotive per portare i nuovi membri a sentirsi forti e capaci di cambiare il mondo per gli animali. Questo faceva sì che lasciare il gruppo diventasse poi estremamente difficile, poiché instillava la percezione che il gruppo stesso coincidessi con l’intero movimento per la liberazione animale, cosicché lasciarlo significava tradire gli animali stessi, voltar loro la schiena. Le sette sanno bene come reclutare persone in cerca di una comunità e che coltivano l’ideale di costruire un mondo migliore, cose di cui non c’è nulla da vergognarsi, ma pericolose se sommate agli altri segnali di allarme qui citati. Se il tuo gruppo sembra reclutare solo persone sole o se ti porta a pensare che lasciarlo significherebbe abbandonare gli animali, allora vattene in fretta. Il movimento per la liberazione animale non coincide con un singolo gruppo, per quanto grande possa essere. Né con il tuo né con quello di cui facevo parte.

10 - Sfruttamento economico

Le sette manipolano i propri membri convincendoli a donare i propri soldi per realizzare gli obiettivi del gruppo. A noi veniva chiesto di dare regolarmente tutto ciò che potevamo. Il gruppo utilizzava le open rescues come strumento manipolativo finalizzato a promuovere la propria immagine ed ottenere sempre più donazioni. E mentre le donazioni venivano richieste per aiutare gli animali, in realtà venivano poi utilizzate per permettere al capo ed ai suoi amici di non dover lavorare, e soltanto una piccola percentuale era impiegata per la cura degli animali salvati. Queste persone amavano essere al centro dell’attenzione ed essere osannati come eroi, ma in realtà non avevano nessun interesse per gli individui liberati, e questo è stato ampiamente dimostrato dopo essere stati beccati in flagrante nel mentire sulla destinazione delle donazioni e nel lasciare i vari animali salvati sulle spalle dei rifugi che li hanno accolti.
Se il gruppo nel quale sei coinvolti non è cristallino nel comunicare dove ogni singolo dollaro dei soldi raccolti va a finire, beh, questo è un altro segno che hai a che fare con una setta. Che raggira non solo i propri adepti, ma anche tutti coloro che danno il proprio denaro con il solo proposito di aiutare gli animali!

 Autrice: Woke Vegana (da https://wokevegana.com/blog/ tradotto da BadBitch)