LANGUAGE

Cerca nel blog

scilla e milky way

Era l'8 aprile 2016 quando, tra i soliti post di Facebook, tra un meme divertente e un post sullo squartamento di turno, appare questa notizia:
IN MARE
Mucca salvata nello Stretto di Messina
Si tratta di un maschio di origine francese che, in caso di irrintracciabilità del proprietario, verrà dato in adozione.


Una scena da film, talmente surreale da far strabuzzare gli occhi a tutti i pendolari dello Stretto che, stamattina, se la sono ritrovata dinnanzi: una mucca, in carne ed ossa, nel bel mezzo del mare, che tentava di raggiungere la Rada San Francesco e quindi la salvezza.
Ci sono voluti parecchi istanti per realizzare davvero quello che stava accadendo, poiché nessuno si spiegava cosa ci facesse l’animale in acqua, nella rotta che di solito è “riservata” soltanto alle navi traghetto. E sono stati proprio loro, quelli che si trovavano a bordo, a notare la strana macchia scura tra le onde ed avvertire la Capitaneria di Porto. Poi la segnalazione è volata alla Sala Operativa dei Vigili del Fuoco e così la squadra dei pompieri si è subito messa all’opera. Dopo varie peripezie, e quasi tre ore di “manovre”, la mucca è stata recuperata e portata sulla terra ferma. Dopo aver sostato per qualche ora nel piazzale della Caronte, dove è anche stata visitata dal veterinario, adesso la “miracolata” si trova in un allevamento di Mili San Pietro. A portarla là sono stati gli agenti della sezione Annona della Polizia Municipale, ai comandi di Biagio Santagati, cui adesso spetterà anche il compito di rintracciare il vero proprietario del vitello. Lo stesso, infatti, risulta microcippato e identificabile. Si tratta di un maschio di origine francese che, in caso di irrintracciabilità del proprietario, verrà dato in adozione. (Veronica Crocitti)

Appena letto l'articolo, scriviamo subito a chi di dovere per proporci come adottanti dandogli da subito un nome, per renderlo individuo, per renderlo fuggitivo, per renderlo rifugiato e facciamo partire il primo mail bombing, aiutati da Resistenza animale, per convincerli.
Il primo mail bombing ha smosso le acque, ne sono dovuti seguire altri quando la situazione sembrava essere in stallo e tutti questi appelli sono stati accolti con entusiasmo.
In tantissimi avete scritto... dopo la prima settimana ci dicevano che erano arrivate 1000 mail almeno!
Nel frattempo restavamo in contatto stretto con il Comune e l'Asp anche grazie alla fantastica Alessandra che, nonostante sia sempre straimpegnatissima e superattiva tra la sua famiglia e tra gli animali che salva e fa adottare, è stata i nostri occhi e le nostre orecchie a Messina per tutto questo tempo.
Sono passati gli esami e le vaccinazioni, sono passate le indagini per stabilire chi fosse il proprietario, sono passate le ferie e finalmente, dopo 5 mesi, è arrivato l'affido!
Cosa ha funzionato in tutta questa vicenda?
Occorre porsi questa domanda, visto che la vicenda di Scilla giunge a felice conclusione dopo una serie di storie finite in modo molto triste.
Prima di tutto la collaborazione senza competizione che ha portato persone diverse a lavorare, e bene, per un obbiettivo comune.
L'avere a che fare dall'altra parte con un'amministrazione solidale e consapevole.
Poi la possibilità di avere una persona fisica, tangibile, affidabile direttamente sul territorio.
La disponibilità di un posto deciso da subito dove portare il vitellino.
I toni con i quali ci siamo interfacciati con tutte le persone coinvolte, mai offensivi ne minacciosi ma sempre volti alla cooperazione reciproca seppur decisi e motivati.
E voi... tutte e tutti voi che avete accolto non il nostro appello, bensì il suo appello!
Appello alla resistenza che Scilla ha voluto lanciare nella maniera più plateale: gettandosi in mare, tentando la fuga nuotando, ribellandosi rifiutandosi di salire di nuovo in un'altra nave ancora per raggiungere la sua destinazione: il Libano.
Veniva dalla Francia lui, ma nemmeno là nessuno sapeva chi fosse.
Un "proprietario" fantasma che non lo reclama, probabilmente perchè nessuno ammetterebbe di manomattere marche auricolari e passaporti.
Una storia di marche personalizzate, di un'anagrafe digitale che consente alle associazioni di categoria di autogestirsi e quindi di farla franca per tante cose.
Qualcuno ci raccontava di vitelli fatti nascere in Argentina, portati attraverso l'oceano in Spagna.
Vitelli che lì spariscono nel nulla per riapparire in Francia con marche auricolari francesi personalizzabili dall'allevatore stesso o dalle associazioni di categoria, consorzi ecc.
Vitelli che poi attraversano via mare o via terra il resto d'Europa per finire in Libano, dove vengono convogliati nei nuovi allevamenti e nuovi macelli di Russia e Africa.
Ovviamente soddisfacendo prima i fabbisogni dell'Europa dove uno dei consorzi più grossi ha il macello più grosso d'Europa e rifornisce tutti i Mc Donald's di mezzo continente e non solo.
Venivano dalla Francia e andavano in Libano anche le 32 mucchine di Prosecco, per le quali non siamo riusciti ad evitare il triste epilogo perchè erano davvero tante...
Ma cosa c'è in Libano?
Nulla, è semplicemente una grossa gallina dalle uova d'oro, un paese sul quale investire che però non ha molti allevamenti di bovini:
L’allevamento dei bovini è molto limitato in Libano, soprattutto a causa del costo elevato dei mangimi. La produzione locale di carne bovina copre il 30% del consumo interno ed include la macellazione di bovini importati. 
Quindi ecco perchè finiscono lì... soddisfare quel 70% del consumo interno di carne. Forse. Per quello tante mucche finiscono lì.
Ed ecco anche perchè gli hamburgher costano così poco. Forse. Perchè vengono fatti con la carne dei vitellini maschi scarti dell'industria del latte. O forse addirittura con le mucche a terra.
La carne pregiata, buona alza il prezzo grazie al rinnovato interesse e speculazione sul benessere animale.
Creare un divario, diversificare il mercato per poter sfruttare proprio tutt*, qualsiasi animale dal più giovane al più vecchio. Incluso l'animale umano ovviamente.
Carne di animali di scarto (razze da latte) e provenienti dall'estero permettono prodotti industriali a bassissimo costo; la rivalutazione del pascolo aperto, delle stalle all'avanguardia, la selezione genetica attuata per rendere le razze rustiche da carne più adatte alle condizioni estensive su grandi numeri (con la scusa di preservare un "patrimonio genetico") permettono prodotti di nicchia per chi vuole mangiare carne "sana".
Questo era il vero trucchetto del comunicato dell'OMS, questo è il motivo per il quale anche i media hanno acconsentito a mostrare la realtà degli allevamenti intensivi... per permettere alle associazioni di categoria (allevatori e produttori) di fare bella figura sfoderando le carte del "benessere animale" e della filiera controllata, aiutati per bene dai vari marchi "bio".
E tutto questo perchè ci sono studi e  trattati internazionali che favoriscono e decidono questi scambi.
Perchè a seconda delle zone di guerra conviene importare o esportare da questo o da quel paese.
Perchè ci sono guerre scatenate solo per il gioco dei mercati mondiali.
Perchè deve esserci sempre qualcuno, i soliti qualcuno, che ci deve guadagnare sulla pelle, letteralmente, degli altri.
Perchè bisogna difendere l'orgoglio e smantellare tutte le confutazioni al sistema capitalistico specista.

Comunque, tornando a noi, Scilla è riuscito grazie a tutt* noi a uscire da questo sistema.
E' stato affidato a noi come animale NON da macello, una definizione che lo rende libero dall'industria della carne e del latte.
Una definizione necessaria per poter entrare nel nostro, anzi, nel suo rifugio in quanto qui nessuno è da macello o meglio, tutt* sono NON da macello.