Milky (cow) Way ossia "la via lattea delle mucche"

Tutto nasce con un piccolo dilemma che iniziò ad assillare delle persone:
come mai certi hamburger costano così poco?
Per "certi hamburger" si intende nello specifico quelli dei fast food, quelli di McDonalds (per fare un esempio a caso) che costano 1 euro e che incredibilmente scendono a 50cent durante specifiche promozioni.
Come può costare così poco la vita di una mucca?
Come fanno a guadagnarci comunque milioni di euro?
Ci siamo messi ad analizzare certi dati e siamo arrivati ad una delle soluzioni possibili, aiutati al contrario e per esclusione anche dai discorsi sulla "carne felice" e sugli "allevamenti etici"...

Dove siamo arrivati?
Siamo arrivati alla "via lattea delle mucche" ossia alla metaforica strada che percorrono queste povere mucchine sfruttate.


Come al solito, le risposte ci arrivano dai loro stessi siti...
Nel 2009 l'allora presidente di Unipeg Guidetti diceva che "Unipeg è il maggior produttore di carne bovina nobile: vitellone, scottona, vitello a carne bianca. In altre parole non lavoriamo la carne di vacche a fine carriera come invece in parte fa l'altro grande macello italiano, ossia Inalca Jbs, la principale industria di macellazione e lavorazione carni, che commercializza carne nobile ma soprattutto trasforma la carne di vacca in hamburger e altri prodotti elaborati"
Passato qualche anno e cambiato il presidente, le due più grosse industrie della carne uniscono le forze e diventano un tutt'uno quando Inalca acquisisce Unipeg a marzo 2016.
Luigi Cremonini, presidente del Gruppo Cremonini dice dell'acquisizione: "Il disegno strategico e' quello del consolidamento della leadership di mercato nel settore della lavorazione carni bovine in Italia per generare sinergie e vantaggi per tutti gli stakeholder attivi nella filiera bovina italiana, in grado di offrire prodotti eccellenti e sempre piu' competitivi. Gli allevatori soci di Unipeg costituiscono un patrimonio rilevante per la nostra zootecnia e permetteranno a Inalca di rafforzare le fonti di approvvigionamento di carne che sono e rimangono fortemente radicate sul territorio nazionale. Inoltre, grazie alla capillare presenza distributiva nazionale e internazionale di Inalca, sara' possibile valorizzare al meglio su tutti i mercati i prodotti ottenuti negli stabilimenti acquisiti" (qui la notizia del 29 aprile)
Quindi, una mossa strategica finalizzata all'ottimizzazione della produzione e al monopolio, visto che queste persone sono le stesse che stanno dietro a "Carni Sostenibili"
Le mucche esaurite ed esauste dai parti e dalla mungitura diventano hamburger, mentre con i loro figli si producono le carni di qualità.
Ma i vitellini di frisona non sono mai stati adatti alla produzione di carne tanto che, per molti anni, questi vitellini sono stati seppelliti vivi, affogati ecc. tanto che pensavamo che questi hamburger costassero così poco perchè fatti utilizzando le carni di questi cuccioli senza valore.
E forse una volta era così, ma ora non più.
Grazie all'innovazione genetica e ai "tori genomici" si sono creati incroci di frisona con razze "da carne" che rendono le vitelline future mucche super produttive per le mungiture ed i vitellini ottimi sia per carne di basso prezzo, sia per la famosa "carne bovina nobile" di cui si parla sopra, a seconda del tipo di alimentazione ed allevamento.
Vitellini fatti diventare anemici con una alimentazione scarsa di ferro per far si che la loro carne sia più tenera e bianca, oppure vitelloni lasciati crescere un pò di più e alimentati per bene con mangimi, fieno o erba per dare invece una carne più pregiata.
E le mucche?
Soppresse in azienda, quando cadono a terra. Vengono poi portate al macello per diventare hamburger da 1 euro.

Ma che cos’è un toro genomico esattamente? "Un toro genomico è un toro di cui non si hanno ancora figlie in produzione il cui indice genetico è stato stimato in base al suo profilo a livello di DNA e dal valore che si stima essere associato a questo profilo in base a quanto osservato e misurato sui tori di cui si conosce sia DNA che valore genetico basato sulla produzione delle figlie.
L’attendibilità di un indice geneomico è quella di un toro che ha 10-15 figlie in produzione. Rispetto al passato la genomica consente oggi ad un allevatore di scegliere quindi fra tre prodotti diversi:

1) il toro provato (estero o italiano) il cui indice è stimato sulla base delle performances delle figlie;

2) il toro genomico (estero o italiano) il cui indice è stimato sulla base del suo DNA;

3) il toro in prova di progenie che è un toro che sta al di fuori del mercato e che viene distribuito sulla popolazione casualmente per stimare il suo valore quando le figlie entreranno in produzione. Oggi, tutti i tori in prova di progenie hanno indice genomico. L’attendibilità dei tori provati è superiore all’80%, quella dei tori genomici intorno al 70% e quella dei tori in prova di progenie è anch’essa intorno al 70%.Avere la possibilità di scegliere è molto importante e oggi, grazie alla genomica, si puo’ scegliere sulla base di valori molto piu’ attendibili rispetto al passato. Per decidere cosa utilizzare sulle proprie vacche resta di fondamentale importanza sapere quello che serve per il futuro dell’azienda. (Ruminantia, febbraio 2013)

Addirittura nel 2010 si parlava di come "Le recenti innovazioni introdotte nel campo della genomica consentono una maggiore efficienza ed accuratezza nella scelta dei torelli da avviare alle prove di progenie e delle madri di toro. Anche la genomica però non dà risposte assolute ed ha i suoi limiti. Per questa ragione l’implementazione di una selezione che includa la genomica richiede tempo. Presto anche in Italia si renderà questo strumento disponibile ad allevatori e centri."
"IN ITALIA SULLA FRISONA: Due grandi progetti finanziati dal ministero per le Politiche agricole e forestali hanno permesso anche in Italia come in altri Paesi di genotipizzare quasi 2.200 tori. Un numero non sufficiente per partire con un programma di selezione genomica ufficiale ma fondamentale per poter partire. Il progetto Elica di Anafi, in collaborazione con i maggiori centri di fecondazione assistita italiani, sta lavorando per genotipizzare gli altri quasi 1.300 tori che servono per arrivare al numero minimo di 3.500 tori necessari per poter stimare dei valori genomici sufficientemente accurati.
L’ultima riunione tecnica di Anafi ha sottolineato l’importanza della genomica per l’efficacia e la competitività di un programma di selezione del 21mo secolo e ribadito l’importanza strategica di cercare alleanze con altri per ampliare la popolazione di tori di partenza.
Si lavora per poter anche in Italia rendere lo strumento genomica comprensibile e utilizzabile da tutti coloro che ne potranno trarre beneficio, primi tra tutti gli allevatori che potranno scegliere meglio le vacche su cui investire a livello genetico e avere a disposizione tori in prova di progenie scelti con maggiore accuratezza.
 L’autore è responsabile dell’Ufficio ricerca & sviluppo di Anafi (Associazione nazionale allevatori frisona italiana)" (Informatore zootecnico, luglio 2010)

Ma nel 2016 a cosa ha portato questa selezione genomica?
"Grazie alla selezione genomica, i processi di miglioramento genetico nei bovini da latte sono in continua evoluzione e stanno diventando sempre più efficienti. Più strumenti, più scelta, più accuratezza: ecco cosa la genomica mette a disposizione di allevatori e tecnici che intendono migliorare il livello genetico dei propri animali.
Il miglioramento genetico dei bovini da latte è stato segnato nel tempo da molte innovazioni tecnologiche, che hanno permesso agli allevatori di razza
 Frisona di passare dalle produzioni intorno ai 60 quintali degli anni ‘80 alle produzioni di 95 quintali del 2014. La prima è stata la fecondazione artificiale, che ha reso possibile diffondere in modo massiccio il potenziale genetico dei tori miglioratori nella popolazione. La seconda innovazione è stata lo sviluppo di modelli lineari per la valutazione genetica dei tori e delle vacche, cresciuta nelle sue potenzialità di pari passo con la capacità di elaborazione dati dei computer e arrivata al suo culmine all’inizio degli anni ‘90, con l’introduzione del Blup animal model. Questo ha permesso di mettere a punto sistemi accurati per l’identificazione dei soggetti, maschi e femmine, portatori di superiorità genetica, a partire dall’elaborazione dei dati anagrafici e fenotipici raccolti sulle performance produttive, riproduttive, morfologiche e funzionali delle bovine allevate. La terza innovazione è quella apportata dalla genomica, che oggi consente di scegliere con maggiore accuratezza, rispetto al passato, i tori miglioratori, di opera- re scelte sulla rimonta, che contribuiscono a migliorare l’efficacia della selezione e a velocizzarne i tempi, e di fornire nuovi strumenti per migliorare il potenziale genetico della mandria in ogni azienda." (La Settimana Veterinaria, novembre 2016)

Però tutta questo aumento della produzione di latte scozza un pò con le nuove politiche che la Comunità Europea ha sviluppato, però ben si collega con l'aumento degli allevamenti cosidetti "sostenibili" che creano una differenziazione del mercato.
Più produzione di latte da esportare a prezzi bassi da stalle giganti, meno produzione di latte a prezzo più alto e di qualità.
"Il Mipaaf rende noto che il ministro Maurizio Martina ha avuto un confronto telefonico con il ministro dell’Agricoltura tedesco Christian Schmidt in vista del Consiglio dei ministri Ue di fine giugno. Al centro della discussione c’è stata la necessità di un intervento europeo unitario per finanziare con risorse comunitarie un piano di riduzione volontaria della produzione di latte.
Questo intervento consisterebbe in una misura valida per tutti gli Stati membri che puntasse ad “aiutare gli allevatori a contenere la produzione, migliorando la competitività complessiva e cercando di frenare il calo dei prezzi a livello continentale”. Su questo aspetto, comunica il Mipaaf, “Germania e Italia hanno una posizione assolutamente unitaria e per questo si chiederà alla Commissione un budget dedicato con stringenti condizioni per l’utilizzo”.
I ministri hanno anche discusso sulla necessità di affrontare la crisi negli altri settori, in particolare l’ortofrutta e il suinicolo. Per il suinicolo da parte di Martina è stata avanzata la proposta della riattivazione dello stoccaggio privato per le carni suine e il potenziale inserimento del settore tra quelli finanziati con gli aiuti accoppiati Pac.
Conclude il ministero: “Germania e Italia, insieme alla Francia e ad altri Paesi, continueranno a lavorare anche nelle prossime ore per una posizione comune con richieste concrete a favore degli allevatori da presentare alla Commissione europea”." (Informatore zootecnico, giugno 2016)

Ne parla anche Il Sole 24 Ore, dove espone anche i dubbi che sorgono dall'attuazione di tale piano.
Sorgono dubbi per forza.
Un mercato che cerca per anni di risollevarsi aumentando la produzione in ogni modo possibile, ad un certo punto si ritrova che viene "premiato" se la diminuisce... verrebbero dubbi a chiunque.
Ma c'è una soluzione che ha un pò il sapore di greenwashing e un pò il sapore del finto interesse per chi si trova in difficoltà.
"L’obiettivo dichiarato è quello di riuscire a tagliare -grazie a un sistema di incentivi – la produzione di latte per sostenere l’andamento dei prezzi alla produzione. Non una chiusura drastica di stalle e allevamenti e nemmeno una campagna di abbattimenti di capi bovini. Ma una formula “light” di taglio produttivo. Il ministero delle Politiche agricole ieri ha fatto sapere che, lunedì, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto con interventi a favore dell’agricoltura. Il provvedimento “prevede lo stanziamento di 10 milioni di euro che servirà a supportare i produttori che abbiano scelto di attuare misure di programmazione produttiva, tutelando in maniera più efficace il loro reddito”.
Tradotto: gli allevatori che volontariamente vogliono ridurre la produzione di latte, devono presentare la documentazione alle rispettive Associazioni dei produttori o alle cooperative di riferimento.Una volta accertata l’effettiva riduzione produttiva, l’allevatore avrà diritto a un “premio” per ogni litro di latte tagliato. Altri 10 milioni vengono invece destinati al finanziamento del Fondo nazionale indigenti – comunica il ministero – e verranno utilizzati per l’acquisto di latte crudo da trasformare in Uht (lunga conservazione) e distribuire ai più bisognosi attraverso la rete degli enti caritativi che fanno parte del Tavolo del Mipaaf. Questo stanziamento consentirà un intervento concreto per evitare sprechi alimentari legati alla mancata vendita del latte da parte delle stalle. Fonte: Il Sole 24 Ore" (Qualivita, giugno 2016)

Qui scatta allora un'altra maniera per gli allevatori per "risollevarsi" che è quella di poter riuscire ad usufruire anche dei vitelli in maniera che non siano più "scarti".
"Utilizzare per il 35% delle bovine da latte italiane, quelle di minore pregio genetico (complessivamente in Italia ci sono 1.750.000 capi da latte, di cui 1.333.878 al Nord) tori di razze da carne specializzate. I vitelli ibridi maschi e femmine così ottenuti andrebbero ad alimentare la filiera di ingrasso nazionale, attualmente costretta per la quasi totalità all’acquisto di ristalli dall’estero, Francia per la maggior parte. Poco praticabile, infatti, nel breve periodo, la via dell’incremento della produzione di vitelli da ingrasso con la popolazione nazionale di vacche nutrici specializzate da carne (258mila capi). Al contrario – spiega Barbisan – una collaborazione stretta da produttori di latte e di carne potrebbe portare a breve a un risultato positivo per entrambe le filiere. È sotto gli occhi di tutti il deprezzamento raggiunto dai vitelli maschi di razza Frisona. Al contrario la produzione di vitelli di maggiore pregio e uniformità all’ingrasso (grazie all’utilizzo di tori specializzati, con particolare attenzione alla facilità al parto) aprirebbe ai produttori di latte una interessante opportunità di integrazione al reddito, a cui potrebbe unirsi la possibilità di accedere a un premio accoppiato di almeno 200 euro per incroci da carne destinati all’ingrasso nati da vacche da latte. Ovviamente il rimanente 65% del patrimonio di vacche da latte (i migliori soggetti) sarebbe fecondato con seme sessato, per non minare le necessità di femmine per la rimonta." (Ruminantia, aprile 2014)
In questo contesto si apre anche un altro scenario, quello delle importazioni.
Guardando queste tabelle relative al 2015 si nota come l'Italia abbia delle importazioni molto più cospicue all'interno della Comunità Europea piuttosto che a livello internazionale.

All'interno della Comunità Europea, gli spostamenti vengono eseguiti con camion giganteschi, con animali costretti a viaggiare per ore e ore in piedi e stipati.
I limiti di ore di viaggio ci sono, ma riguardano solamente gli autisti che possono guidare dalle 8 alle 10 ore e per i viaggi più lunghi ci sono 2 autisti che si alternano alla guida.
Camion trasporto animali vivi

Camion australiano
Gli animali però rimangono sempre lì dentro, prima della partenza, durante le soste, durante il sonno, durante le code e gli incidenti facendosi tranquillamente anche 24 ore ininterotte su quel camion. Senza dimenticare che spesso sono questi stessi camion ad essere coinvolti in incidenti dove le vittime sono sempre gli animali che rimangono imprigionati dalla lamiere, qualcuno fortunato riesce ad uscire indenne ma viene subito ripreso e ricondotto al macello se sta bene, oppure abbattuto se ferito, e poi condotto al macello.


Camion pieno di vitelli si ribalta

Camion prende fuoco e toro fugge

Incidente, cabina in fiamme e mucche sulla strada
Controlli trasporti
Vitelli e controlli
E siccome non c'è mai limite al peggio... quando il trasporto non può avvenire su gomma, come è possibile smuovere grosse quantità di animali da un continente all'altro?
Con le "Livestock Carrier" ossia con le navi per trasporto bestiame.
Ma di cosa stiamo parlando? Di questo, ad esempio:




Qualcuno di fidato una volta ci raccontava di vitelli fatti nascere in Argentina, portati attraverso l'oceano in Spagna.
Vitelli che lì spariscono nel nulla per riapparire in Francia con marche auricolari francesi personalizzabili dall'allevatore stesso o dalle associazioni di categoria, consorzi, cooperative ecc.
Vitelli che poi attraversano via mare o via terra il resto d'Europa per finire in Libano, dove vengono convogliati nei nuovi allevamenti e nuovi macelli di Russia e Africa oppure navi con bandiera del Libano che prelevano direttamente i bovini dal Sud America o dall'Australia, passando per Singapore e gli Emirati Arabi Uniti.
Ovviamente soddisfacendo prima i fabbisogni dell'Europa dove uno dei consorzi più grossi ha il macello più grosso d'Europa e rifornisce tutti i Mc Donald's di mezzo continente e non solo.
Venivano dalla Francia e andavano in Libano anche le 32 mucchine di Prosecco, per le quali non siamo riusciti ad evitare il triste epilogo perchè erano davvero tante...
Ma cosa c'è in Libano, ad esempio?
Nulla, è semplicemente una grossa gallina dalle uova d'oro, un paese sul quale investire come molti altri che sono stati inseriti nei nuovi mercati e che hanno aumentato i consumi ma che però non hanno molti allevamenti di bovini (al contrario di altri paesi tipo Australia, Brasile e Argentina) che ne hanno molti ed immensi. Come hanno fatto ad inserire i paesi del Medio-Oriente nei nuovi mercati globali? Con guerre, genocidi e schiavitù, ad esempio.
"L’allevamento dei bovini è molto limitato in Libano, soprattutto a causa del costo elevato dei mangimi. La produzione locale di carne bovina copre il 30% del consumo interno ed include la macellazione di bovini importati."
Quindi ecco perchè finiscono lì... soddisfare quel 70% mancante del consumo interno di carne. Forse.
La carne pregiata ("buona" secondo l'OMS) alza il prezzo grazie al rinnovato interesse e speculazione sul benessere animale.
Creare un divario, diversificare il mercato per poter sfruttare proprio tutt*, qualsiasi animale dal più giovane al più vecchio. Incluso l'animale umano ovviamente.
Carne di animali di scarto (razze da latte) e provenienti dall'estero permettono prodotti industriali a bassissimo costo; la rivalutazione del pascolo aperto, delle stalle all'avanguardia, la selezione genetica attuata per rendere le razze rustiche da carne più adatte alle condizioni estensive su grandi numeri (con la scusa di preservare un "patrimonio genetico") permettono prodotti di nicchia per chi vuole mangiare carne "sana".
Questo forse era il vero trucchetto del comunicato dell'OMS, questo è il motivo per il quale anche i media hanno acconsentito a mostrare la realtà degli allevamenti intensivi... per permettere alle associazioni di categoria (allevatori e produttori) di fare bella figura sfoderando le carte del "benessere animale" e della filiera controllata, aiutati per bene dai vari marchi "bio".
E tutto questo perchè ci sono studi e  trattati internazionali che favoriscono e decidono questi scambi.
Perchè a seconda delle zone di guerra conviene importare o esportare da questo o da quel paese.
Perchè ci sono guerre scatenate solo per il gioco dei mercati mondiali.
Perchè deve esserci sempre qualcuno, i soliti qualcuno, che ci deve guadagnare sulla pelle, letteralmente, degli altri.
Perchè bisogna difendere l'orgoglio carnista e smantellare tutte le confutazioni al sistema capitalistico specista attuate da chi cerca di combattere questo sistema.
Queste navi sono considerate l'apice del benessere animale. Se guardate i dettagli tecnici di ognuna di queste navi, soprattutto quelle più recenti, troverete motori all'avanguardia che consumano pochissimo, impianti di fitodepurazione, ricoveri confortevoli e soprattutto, garantiscono in tempi relativamente brevi l'arrivo a destinazione degli animali e, addirittura, il loro "benessere".
Quindi stiamo parlando di vere e proprie "stalle galleggianti" ritenute molto più sicure del trasporto su gomma, anche se ovviamente non è del tutto vero visto che gli strani incidenti capitano anche a bordo, con buona pace degli animali che muoiono e che vengono gettati fuori bordo. Tutto nella massima legalità. Giustizia è fatta.
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Ma ricordiamoci che, soprattutto, parliamo di loro e parliamo di quanto poco conta per davvero la vita di una mucca e di come alla fin fine, valga ancora meno di quel singolo, sporco euro.
A ship carrying livestock of five thousand live cattle sank early on Tuesday (6) at Pier of Vila do Conde port in Barcarena, northeast of Pará, 10.07.2015, Link qui

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